Nel museo, oltre a testimonianze di oggetti caratteristici come anfore, capasoni e manufatti di uso domestico, spazio rilevante verrebbe dedicato ai "Bianchi di Grottaglie", ai pomi, e più in generale, a ceramiche che hanno un valore più "artistico", puramente ornamentale, in modo da mostrare il contrasto tra la tradizione e le sue più recenti innovazioni. Ad esempio, sarebbero presenti le ceramiche di Giorgio di Palma, http://giorgiodipalma.com/, "ceramiche di cui non c’era bisogno", riproduzioni di oggetti di uso quotidiano, in dimensioni reali, prive di funzionalità ma cariche di significati estetici e concettuali.
Sarebbe presente inoltre una sezione dedicata a ceramiche provenienti da altri centri ceramici pugliesi, da altre località di produzione nazionali ( es. Ferrara, Albissola, Faenza), ma anche da paesi stranieri, già brevemente presentati in questo post, in particolare alla ceramica Raku, "una tecnica di costruzione e di cottura giapponese per la fabbricazione di ciotole in argilla per la cerimonia del tè" (Wikipedia).
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